Un militare fuori servizio – in compagnia di alcune ragazze- tentava di entrare in una discoteca : al rifiuto del personale della vigilanza – dopo aver protestato violentemente – veniva richiamato all’ordine da un superiore, anch’esso fuori servizio, qualificatosi come ufficiale. A fronte del richiamo del superiore, il militare fuori servizio, rispondeva con frasi gratuitamente offensive e scurrili. Il seguito della vicenda vedeva, naturalmente , l’apertura di un procedimento disciplinare a carico del militare, al quale faceva seguito l’incriminazione presso la Procura Militare. Infatti, sebbene l’ufficiale non avesse sporto querela, il fatto avvenuto al di fuori di un luogo militare, senza uniforme, per il solo fatto che il militare ( superiore in grado) si fosse qualificato, comporta l’applicazione del RDM e quindi, integralmente del codice penale militare. L’assunto accusatorio, giova osservarlo, ha trovato indi l’avallo della Suprema Corte: pertanto anche ove le parti si invertissero – e fosse il superiore a minacciare / o ingiuriare l’inferiore al di fuori del servizio ( e qualificandosi) il subordinato, quest’ultimo potrà legittimamente presentare denuncia alla Procura Militare per il reato di cui all’art. 196 c.p.m.p.