Raccolta di sottoscrizione e adunanza sono legittimi quando manca lo scopo di sovversione

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L’art. 184 c.p.m.p. punisce con la reclusione sino a sei mesi il militare che “raccoglie sottoscrizioni per una collettiva rimostranza o protesta in cose di servizio militare a attinenti alla disciplina, o che la sottoscrive o che arbitrariamente promuove un’ adunanza di militari o vi partecipa”. La norma, coerentemente allo spirito illiberale del periodo in cui fu licenziata, sembra punire ogni forma di dissenso, anche “costruttivo”, all’interno dell’ordinamento militare. In realtà la norma non può che essere interpretata alla luce dei principi democratici della Carta Costituzionale, e quindi sanzionare solo le adunanze ostili e cariche di pericolo sia per la disciplina che per le finalità costituzionalmente tutelate. In sostanza per la giurisprudenza della Corte Costituzionale la norma ha cambiato volto , sanzionando non più l’adunanza non autorizzata, quanto quella esclusivamente sovversiva. Rimane naturalmente impregiudicato il profilo di rilevanza disciplinare della condotta di adunanza non autorizzata attesa la violazione dell’art. 7 l.382/78 e art. 30 reg. disc.mil.