art. 196 c.p.m.p. ingiura ad inferiore, luoghi di lavoro militari e linguaggio inopportuno

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Il tema dei rapporti tra militari in caserma e, comunque in luoghi militari, ha dato di recente modo alla giurisprudenza militare di chiarire in che limiti sia configurabile il reato di ingiuria a militare .
In particolare , la questione che veniva all’attenzione della Corte, era quella di una frase certamente inopportuna ” tu non sei normale” e la rilevanza penale della stessa essendo stata riferita da Ufficiale superiore a Ufficiale di grado inferiore.
Nell’argomentare nella sentenza di assoluzione la Corte Militare ha certamente premesso che la disciplina militare richieda un maggiore rigore nella valutazione dei termini utilizzati dagli interlocutori, ma ha anche aggiunto che debba tenersi comunque conto dell’evoluzione del linguaggio e del contesto sociale e culturale di riferimento.
In sostanza – anche nell’ambito lavorativo militare – è ammissibile un linguaggio più ” colorito” tra colleghi non essendo ipotizzabile un diverso trattamento – per ragioni di status – rispetto a quanto invece accade nei luoghi di lavoro ordinari.
Il fatto anzi che la frase sia riferita in ambiente lavorativo – connotato come è risaputo spesso da fattori emotivi stressanti – esclude in radice la possibilità che colui che proferisce tali parole abbia l’intenzione e , quindi la consapevolezza, di offendere il collega, fermo restando evidentemente ogni altro addebito in sede disciplinare.