Riforma Cartabia : il patteggiamento ora è più favorevole al militare

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Da pochi giorni è entrata in vigore la c.d. ” riforma Cartabia” del processo penale e già si apprezzano i rilevantissimi effetti per i militari che siano ad oggi indagati e/o imputati in procedimenti penali.

Per effetto della riforma infatti il nuovo art. 445 co. 1 bis prescrive che ” la sentenza prevista dall’art. 444 co. 2, anche quando è pronunciata dopo la chiusura del dibattimento, non ha efficacia e non può essere utilizzata ai fini di prova nei giudizi civili, disciplinari, tributari o amministrativicompreso il giudizio per accertamento della responsabilità contabile ( omissis)”.

Il presumibile effetto della riforma sarà pertanto quello di incentivare la scelta del militare imputato in ordine ai riti alternativi ( come messa alla prova e patteggiamento) anche nell’ottica del successivo giudizio disciplinare.

La prevedibile conseguenza è che – paradossalmente – il vero processo ( con minori garanzie per il militare) rischia di svolgersi innanzi alle Commissioni di Disciplina che, in presenza di un processo penale definito con un patteggiamento, saranno costrette a ricostruire autonomamente i fatti in sede disciplinare ( testimoni, documenti ecc.ecc.) con una ” traslazione” anomala del giudizio dalla sede processuale a quella disciplinare – militare.

Il processo penale militare pare – dunque – diventare ( nella maggior parte dei casi) un’occasione straordinaria che il militare percorrerà solo laddove sia ragionevolmente certo di ottenere una sentenza irrevocabile di assoluzione.

Attendiamo le prime pronunce ma già si vedono all’orizzonte stagliarsi ” nubi oscure” sulle garanzie difensive del militare imputato .